Provider: l’incubo tra 3, Vodafone, Telecom, TIM, BT ecc. (parte prima)

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Provider: l'incubo tra 3, Vodafone, Telecom, TIM, BT ecc. (parte prima)  Ammetto che sto scrivendo questo articolo da prima dell’ultima estate. Ad ogni puntata di questa mia avventura ho aggiunto un paragrafo.
Mi sono reso conto, però, di aver scritto abbastanza per un libro e non per un blog.
Volendo condividere con altri la mia esperienza mi è sembrato opportuno suddividere il racconto in tre parti.
La prima riguarda un allaccio di una nuova utenza di telefonia fissa/adsl.
La seconda parte è la mia odissea per il cambio di operatore di telefonia mobile.
L’ultima è l’unione delle storie che porta poi all’apoteosi finale. Capirete in seguito perchè.

In primavera 2007 acquisto una nuova casa e da Napoli città mi trasferisco in provincia. La casa è abbastanza grande da ricavarci uno studio per quei periodi in cui il mio lavoro non mi porta in trasferta.
Ovviamente la prima cosa di cui mi informo prima dell’acquisto è della copertura ADSL.
La mia intenzione sarebbe quella di fare solo una linea dati e poi usare il VOIP per le telefonate.
Il mio primo tentativo è con un operatore alternativo a Telecom: SìADSL. Nelle loro informazioni commerciali affermano che è possibile avere il servizio in ogni caso perchè “portano il cavo qualora non ci siano altre soluzioni” (ancora oggi se immetto il numero di telefono di un mio vicino, il servizio risulta attivabile).
Per sicurezza controllo sul sito di Alice se la zona è coperta da Telecom (immetto il numero di telefono di un’attività vicina). La zona è raggiunta anche dal servizio di Alice.
Tutti sappiamo che le infrastrutture sono di Telecom quindi penso di essere in una botte di ferro.
Disdico a malincuore Tiscali perchè dopo tutto il sangue buttato per risolvere i problemi (adsl e voce) adesso funzionava ma, purtroppo, l’operatore sardo non copre la zona.
Onestà apprezzabile.
I tecnici di SìADSL vengono a fare il sopralluogo un mesetto dopo la richiesta e proprio in un giorno in cui io sono fuori per lavoro.
Chiedo a mio padre la cortesia di accoglierli. Al termine del sopralluogo dicono che non è possibile allacciare la linea, non spiegandone il motivo (e il cavo che portavano? Mah?!).
Sono abbastanza sconcertato ma non mi perdo d’animo, in queste cose bisogna anche essere fortunati e può essere capitata una squadra di tecnici poco abili.
Il tempo inizia a stringere, però, e il trasloco diventa imminente.
Faccio richiesta dal sito di Telecom (187.it) di una linea fissa tradizionale e di una linea adsl Alice.
Passano una decina di giorni in cui non succede assolutamente niente. Nessuno che mi contatti per fissare un appuntamento o per dirmi a che punto è la pratica. Solo degli sms che mi dicono che mi è stato assegnato un numero (ma dalla numerazione risulta evidente che non hanno capito la zona per cui ho fatto la richiesta).
Mancano due settimane al trasloco e per me stare anche una settimana senza ADSL è un danno notevole.
Preso dal panico chiamo un collega che lavora e abita abbastanza vicino al mio futuro domicilio/ufficio. Caso ‘fortuito’ vuole che, proprio in quell’istante, davanti a lui fosse seduta una consulente di British Telecom (ex Albacom) che sta cercando di acquisire clienti business.
Lui sta sottoscrivendo un contratto e me la passa in modo che io le spieghi la mia situazione.
In tempo reale, dando il numero di telefono del vicino, la consulente mi dà il 90% di possibilità che si possa avere ADSL e VOIP.
Ci incontriamo in un bar (ormai sto traslocando e non è più possibile ricerverla nel mio ufficio) e firmo un contratto di fornitura con BT.
Sono preoccupato per i tempi ormai risicatissimi. La consulente sorride dicendo “le nuove attivazioni sono anche più rapide dei trasferimenti”.
Tra le altre cose lei è anche promotrice di 3 (ma questo starà nella seconda parte del racconto).
Passano una, due, tre settimane.
La chiamo più volte.

“Ci sono dei problemi con l’attivazione”
“Siamo a luglio e siamo intasati di richieste”
“Siamo ad agosto e siamo sotto le ferie”
“Siamo in ferie”
“Ho il terminale rotto”
“Sto sollecitando”

Un giorno di inizio settembre mi chiama un tizio da Milano che fissa gli appuntamenti per i tecnici BT. Con le lacrime agli occhi sento dalla sua voce che manca solo una settimana al fatidico intervento.
Penso che forse non tutto è perduto.
Arriva il giorno della visita dei tecnici che fanno giri per la casa e poi per l’ufficio e poi per il viale del parco e poi per la strada e poi non li vedo più.
Tornano dopo qualche ora dicendo che non c’è niente da fare. NON E’ POSSIBILE avere una linea ADSL. Tutta la zona si poggia su una centralina che è di ‘fortuna’.
E il 90% di possibilità come era uscito? Dal cestino della tombola?
E il fatto che un’attività commerciale ad un centinaio di metri possa avere qualsiasi tipo di connessione?
La beffa: siamo quasi alla fine di settembre quando Telecom si ricorda di me e mi manda un tecnico (in solo una decina di giorni) che mi dice più o meno le stesse cose dei tecnici BT. Mi ricontatteranno almeno altre cinque volte da Telecom o da chi per essi, per dirmi se voglio fissare un ulteriore appuntamento ma qui dovremmo parlare della pessima organizzazione che c’è all’interno di Telecom Italia e non mi va.
Insomma niente ADSL, bisogna cercare e trovare alternative.
E qui la storia confluisce nelle mie peripezie con gli operatori mobili che leggerete nella seconda parte.

PS. Per tutto questo periodo in cui non ho avuto l’adsl ho sfruttato le offerte per privati di TIM. Offerte, manco a dirlo, care, limitanti e poco performanti.

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