Che internet abbia bisogno di un controllo è fuori di dubbio. La pedopornografia e i gruppi su Facebook che inneggiano ai mafiosi vanno fermati.
A decidere un’azione del genere devono essere, però, dei magistrati che abbiano individuato un ipotesi di reato, non un governo (per quanto eletto a maggioranza). Il pericolo che si tolgano di mezzo le opposizioni in nome della “prevenzione” è altissimo.
Invece è stato approvato un emendamento che va in quella direzione.
Terrò d’occhio l’argomento con il materiale che riuscirò a trovare in rete.
L’intervista integrale
Link (i contenuti più recenti sono in testa):
- L’opinione di Massimo Mantellini (Punto Informatico)
- No al filtraggio: Cassinelli contro D’Alia emenda l’emendamento (LASTAMPA.it)
- Regolare Internet diventa una sfida tra onorevoli (Tom’s Hardware)
- La posizione di Facebook
- La posizione di Google
- Il “Merda Wall” di D’Alia contro Internet (Beppegrillo.it)
- Google Italia e l’emendamento D’Alia: “Una legge ad Aziendam che colpisce la libertà” (Repubblica.it)