X

Da grande voglio fare l’influencer. L’importanza per le aziende di un fenomeno che non va ignorato

Solo qualche anno fa per essere definito un influencer era necessario essere un politico, una celebrità o un personaggio pubblico abbastanza noto. La rivoluzione digitale che ci ha travolto, ha però modificato ogni piccolo aspetto della nostra quotidianeità, dotando tutti gli individui del potere di dire la propria ed essere ascoltati semplicemente grazie ad un pc e ad una connessione internet da altre centinaia di migliaia di utenti. Si perchè tutti i personaggi del panorama web che oggi vengono ricoperti del titolo solenne di influencer hanno cominciato così, di tweet in tweet.

Ma come si potrebbe definire esattamente un influencer? L’Influencer è un esperto in un campo particolare, sempre aggiornato su trend e prospettive e quindi capace di influenzare decisioni all’interno della community che lo segue; un influencer può essere un giornalista freelance, un mago della comunicazione, un esperto dell’IT, una fashion addict e via dicendo. Gli influencers parlano solo di ciò che amano e di quello che li appassiona, e sono in parole povere i padroni dei social media. Sono loro che fin da subito hanno colto l’importanza di twitter e hanno capito come un solo tweet potesse fare la differenza, come ha dimostrato il caso Groupalia, alla quale un tweet un pò sconsiderato sul terremoto in Emilia è costato una vera e propria lapidazione sui social media. I social media sono strumenti incredibilmente potenti a causa della loro immediata viralità e l’influencer trova le ragioni della sua autorevolezza nella capacità di controllarli.

A questo proposito è nata una vera e propria nuova branca di Marketing, ossia il cosìddetto Influencer Marketing cioè il marketing dedicato allo stabilire relazioni con le persone in grado di influenzare in maniera significativa il popolo del web. Insomma per metterla su un piano più pratico, un retweet di un influencer ai suoi 30 mila followers è spesso molto più importante di qualsiasi campagna di advertising che può raggiungere le stesse 30 mila persone e la ragione è semplice: i followers sono legati all’influencer da un rapporto di fiducia, mentre la pura pubblicità non ha nessun appeal di questo tipo sul consumatore. Anche in Italia sono moltissime le aziende che hanno capito quello che sta succedendo e poco a poco le più coraggiose si aprono ai social media, riscontrando successi o facendo un bel buco nell’acqua. Tanto per citarne uno, il recentissimo evento #MeetFs organizzato da Trenitalia circa un mese fa, è ancora oggetto di animata discussione tra coloro che senza pietà ne hanno approfittato per riversare tutta la loro insoddisfazione nei confronti dei servizi offerti dall’azienda, e coloro che riconoscono alla compagnia il coraggio per essersi aperta forse un po’ ingenuamente alle feroci critiche dei suoi clienti influenti.

D’altro canto come già detto, riuscire a far parlare bene un influencer del nostro servizio può ripagare davvero bene. Ma cosa può fare un influencer per un’azienda? Ci sono molti modi in cui un influencer può far valere la proprio influenza a favore delle aziende, a cominciare dallo scrivere un post su di loro, condividere informazioni al loro proposito sui social media, accettare un guest post sul loro blog e infine premiare con un like o un +1 il contenuto da voi condiviso il che avrà degli effetti minori rispetto ai precedenti, ma non va comunque trascurato.

La parte più difficile poi è conquistarli questi influencer, si perchè loro non saranno mai testimonials, e l’unico modo per beneficiare di una fetta della loro social power è riuscire a coinvolgerli convincendoli della genuina validità del nostro prodotto o servizio, se non altro perchè la scarsa serietà della sua comunicazione alla sua community si rivelerebbe estremamente controproduttiva.

Giovanna Avino web writer freelance della piattaforma online per freelance twago

Sergio Gandrus: Da febbraio 2024 lavoro come CTO presso Deva Connection Il mio stack è PHP/MySQL/Git/Docker. Lavoro con Agile (Scrum) e utilizzo principalmente AWS come cloud provider. Sono papà e marito. Nel tempo libero mi piace leggere, il buon vino e viaggiare.