Nel 2005, poco prima di cominciare a scrivere su questo blog, scelsi di licenziarmi dall’azienda dove lavoravo per intraprendere l’attività di freelance.
La mia idea era quella di fare esperienza attraverso nuovi clienti e un ambiente più dinamico rispetto a quello dell’ufficio.
In 11 anni, di esperienza ne ho fatta tantissima. Soprattutto a livello tecnico dovendo risolvere problematiche di diversa natura.
Ma ho fatto esperienza anche dal punto di vista umano, incrociando diversi tipi di persone e situazioni.
Purtroppo, devo ammettere che ultimamente quelli che avevano lasciato di più il segno erano stati gli incontri negativi con sedicenti imprenditori che “perchè ti pagano” (in ogni caso sempre poco e male), si sentivano in diritto di travalicare il limite dell’educazione e del rispetto.
Anche una grande passione, come quella che io ho verso questo lavoro, può vacillare di fronte a tanta pochezza d’animo.
Durante questi 11 anni ho avuto un discreto numero di offerte per ritornare ad un lavoro dipendente, all’interno di un’organizzazione.
Le ho rifiutate un po’ perchè avevo l’ambizione di creare qualcosa di tutto mio, un po’ per i progetti non pienamente convincenti e un po’ perchè credo che un ambiente dove devi trascorrere tanto tempo ti debba piacere. Altrimenti il rischio è quello di deprimersi.
L’offerta dei ragazzi di PushApp è arrivata al momento giusto e nel modo giusto.
Sono un’azienda giovane e dinamica ma con alle spalle già molti progetti di sviluppo mobile per iOS e Android.
I loro clienti sono spesso startup che devono mettere in pratica la loro idea. Ed anche l’attività di mentoring è tra i servizi offerti.
Io mi occupo di tutto quello che sta dietro a un’app da installare sul cellulare. Adesso si dice “backend developer”.
E’ chiaro che tanti anni di esperienza in siti web e programmazione di web app potranno sempre tornare utili a PushApp ed a chi si rivolgerà loro.
Una chiosa per il mondo freelance.
In questi 11 anni si sono alternati tanti governi, di tutti i colori. Le condizioni del popolo della Partita Iva sono sempre peggiorate.
Più tasse, aumento dell’IVA e nessuna facilitazione per chi, come i freelance, non pesa in alcun modo sul sistema assistenziale e previdenziale.
Anche se il nodo dei diritti dei professionisti che si ammalano sta venendo alla luce grazie alle battaglie di ACTA e Daniela Fregosi , la strada da fare è ancora tanta.
Renzi mostra sempre di essere una persona moderna e al passo dei tempi. Spero che non rimanga apparenza e dia una mano a questi professionisti che portano un grande valore aggiunto al mondo del lavoro italiano.
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Hai centrato il problema Sergio, purtroppo i problemi x noi partite Iva sono ormai infiniti, e solo l'associazionismo può darci qlc speranza in più,
Esatto. Si deve fare un po' di pressione (mi sembra si dica lobbying) con la forza di un'associazione che sappia come muoversi. Io, adesso, ne sono un po' fuori ma seguirò sempre con attenzione e partecipazione la battaglia delle partite iva. Coraggio.