Ebay rappresenta sicuramente la storia delle aste online e parzialmente quella dell’ecommerce.
Sono iscritto da una decina di anni alternando acquisti e vendite con lunghi periodi di pausa.
Non ho mai amato né la sua impostazione grafica, né l’organizzazione del pannello utente. Troppo disordinati, pieni di vie di fuga che non aiutano a trovare quello che si cerca.
Dall’avvento di Amazon gli acquisti su eBay sono diventati sempre più diradati. Adesso lo considero una specie di ecommerce di nicchia dove cerco pezzi particolari. Non partecipo più alle aste online perchè la probabilità di fare l’affare è diventata minima.
Ebay è diventata una piattaforma solo per venditori professionali? Può darsi. Vi racconto la mia vicenda.
Odio (odio) buttare le cose che ho in casa che sono ancora funzionanti ma che ingombrano e non le utilizzo più.
Credo che l’economia del riutilizzo possa aiutare l’ambiente e dare una maggiore consapevolezza sugli acquisti che facciamo.
Ho cercato di vendere un Imetec Cukò (un robot da cucina) prima su Subito.it e poi, non avendo avuto un riscontro, su eBay per cercare un audience più ampia.
Nell’annuncio ho scritto chiaramente che non volevo spedirlo (opzione ritiro in zona) e che mancavano un paio di accessori persi in qualche trasloco.
Se lo aggiudica qualcuno che, si evince dalla scheda, non abita dalle mie parti.
Questa persona, subito dopo la fine dell’asta, mi contatta chiedendomi quando verrà spedito l’oggetto.
Gli rispondo che non era prevista la spedizione ma, facendo uno sforzo, glielo avrei spedito comunque a mie spese.
Essendo sotto Natale, la spedizione l’ho potuta organizzare dopo un paio di giorni.
Molto “gentilmente”, la persona apre subito una segnalazione su eBay per mancata spedizione dell’oggetto.
Non me ne preoccupo troppo perchè gli spedisco l’0ggetto e gli fornisco il link per il tracking.
Passa un po’ di tempo e mi arriva un messaggio dall’acquirente. Mi contesta che non ci sono gli accessori che io avevo chiaramente scritto come mancanti nella descrizione dell’oggetto.
Chiede il rimborso a eBay che glielo concede.
Ebay mi scrive che posso fare appello ed io lo faccio scrivendo tutto l’accaduto e dicendo che ero in possesso del tracking come la prova che l’oggetto era stato consegnato.
L’operatore di eBay (un essere umano probabilmente) “analizza” la vicenda e chiude la contestazione a favore dell’acquirente.
A questo punto mi faccio telefonare dall’assistenza eBay per presentare le mie ragioni.
Vengo a sapere che eBay ha mandato un’email (non so quando) in cui dice che nel nuovo regolamento c’è scritto che bisogna fornire il tracking code.
Non si capisce se questo è un obbligo sempre o solo in caso di contestazione.
Dico alla signora dell’assistenza che se eBay vuole qualcosa da me, me lo deve chiedere esplicitamente. Non può aspettarsi che qualcuno che saltuariamente fa un’asta possa sapere questa procedura.
Morale della favola: non ho più il Cukò, ho speso 15 euro di spedizione e non avrò i soldi dell’acquirente.
L’opzione di reso non mi interessa.
Conclusioni: mi rendo conto che sulla piattaforma oltre a geek gravitino anche ignoranti, persone poco avvezze alle tecnologie, truffatori o, semplicemente, analfabeti funzionali che non sanno leggere un annuncio.
Credo che le procedure automatizzate, le regole e la supervisione delle persone possano rendere la piattaforma sicura ma se tutte queste cose siano fatte con criterio!
E’ inutile che dici che hai analizzato il mio ricorso se non ne capisci il senso. Hai commesso un torto ad una persona che non userà mai più eBay ed ormai ho la netta sensazione che eBay sia diventata un’ex piattaforma di aste online. Vorrebbe essere Amazon ma non ci riesce.
Ossia adesso non è né carne né pesce e si accontenta di vivacchiare all’ombra della grande A.
Per tutti: pensateci tante volte prima di impelagarvi in una vendita su eBay. Probabilmente il suo tempo è passato e potreste rimetterci (come il sottoscritto).
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