Category Archives: social network

Haters, stalkers e compagnia non bella: breve guida alla difesa

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Haters, stalkers e compagnia non bella: breve guida alla difesa

Un tempo aggiornavo questo blog con frequenza quasi quotidiana. Questo mi aveva portato ad avere un buon numero di lettori (ricordo picchi di 8000 visitatori unici) ed anche il pensiero di farne una vera attività lavorativa.
Fu il pensiero di solo qualche mese perchè, a fronte di un grande impegno quotidiano, non corrispondevano molte entrate.
L’aspetto positivo fu che il mio nome iniziò a circolare come consulente informatico e mi feci un buon numero di clienti, alcuni buoni e altri pessimi. Ma questa è un’altra storia (come direbbe il buon Lucarelli).

Il problema più seccante di questa micro-notorietà fu che anche un po’ di squilibrati si affacciarono sul mio blog e iniziarono a contattarmi.
Si andava da quello che ti chiedeva consigli in serie perchè era una persona sola e credeva, facendo così, di farsi un amico. A quello decisamente fuori testa che credeva di aver letto chissà che tra le righe di un qualche mio post e su quello costruiva una sua fantasia con un nemico da combattere e minacciare. Al possibile cliente che dopo avermi fatto fare mille preventivi, analisi e proposte tecniche dava di matto offendendo e, di nuovo, minacciando.

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Diffamazione e social media: cose che devi gestire ora

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Diffamazione e social media: cose che devi gestire ora

 

Il rischio che materiale diffamatorio e false affermazioni raggiungano un pubblico di massa è aumentato esponenzialmente negli ultimi anni con l’emergere di social network, siti di condivisione di contenuti e commenti online. I siti sono progettati per promuovere e incoraggiare lo scambio di conoscenze senza alcuna revisione o controllo delle prove.
Nell’ambiente dei social media di oggi, pubblicare false informazioni su una persona o un’azienda è diventato più semplice e più soddisfacente che mai per i blogger o gli utenti di Internet. Per questioni pornografiche o legali riguardanti altri elementi inaccettabili.
Sebbene i contenuti online a volte siano moderati, la maggior parte dei contenuti non è regolamentata per elementi diffamatori. Pertanto, è fondamentale che gli utenti, i condivisori e le potenziali vittime comprendano meglio l’ambiente legale in materia di diffamazione e diffamazione online.
Uno degli strumenti che puoi utilizzare per monitorare l’uso illegale di documenti e immagini è la ricerca inversa delle immagini.

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Facebook: modalità risparmio energia

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Facebook: modalità risparmio energia

Nonostante l’aumento della capacità delle batterie, il consumo delle app installate rende breve la vita dello smartphone lontano da una caricatore.
Una delle app più voraci sotto il punto di vista del consumo della carica ma anche del consumo della connessione dati è Facebook.
Per impostare la nostra app Android di Facebook in modalità risparmio dobbiamo fare in questo modo.

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Facebook: il debugging dei contenuti che si vogliono condividere

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Facebook: il debugging dei contenuti che si vogliono condividere

Facebook è un mezzo di condivisione potentissimo ed universalmente utilizzato.
Molti contenuti che sono postati sul social di Zuckerberg sono oggetto di moltissime condivisioni e possono portare molto traffico al sito.
Perchè un contenuto venga condiviso, ri-condiviso e cliccato, però, è importante che

  • l’argomento sia interessante
  • l’immagine di accompagnamento catturi l’attenzione
  • il contenuto estratto come descrizione sia coerente

I pulsanti di sharing presenti sui siti (inseriti a manina o generati dagli svariati plugin) rendono molto semplice condividere e richiamare il robot di Facebook perchè estragga il link, un’immagine e un estratto del contenuto.
Per controllare come agisce questo robot abbiamo a disposizione un semplice tool che ci permette di avere una comoda anteprima e qualche suggerimento su come migliorare la condivisione.
Il tool si chiama Debugger e l’utilizzo è semplicissimo. Basta andare all’indirizzo del link qui sotto e inserire l’url della pagina da controllare.

In aggiunta al tool, segnalo questo ottimo, seppur datato, post apparso sulla community italiana di WordPress riguardo il problema delle condivisioni su Facebook

Link: Debugger

Tenere traccia di chi smette di seguirti su Twitter

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Tenere traccia di chi smette di seguirti su Twitter

Tenere traccia di chi smette di seguirti su Twitter

Generalmente su Twitter si segue chi ci interessa seguire perchè twitta cose interessanti ma anche chi, pur non conoscendolo, inizia a seguirci.
Succede così: ci arriva in email la notizia che @tizio ha iniziato a seguirci e noi compiamo un’azione che si chiama in gergo “follow back”.
Molti di questi sconosciuti però iniziano a seguirci solo per indurci a entrare tra i loro follower. Appena carpiscono la nostra fiducia, smettono di essere tra i nostri follower.
Il perchè è tanto semplice quanto stupido. Una persona che ha molti follower ma segue pochi account “sembra” più importante di chi ne segue molti.
Dopo i recenti scandaletti di follower acquistati come polli alla fiera di campagna, questo è un altro metodo per assumere un’importanza posticcia.
Spesso poi, a compiere queste operazioni sono veri e propri robot che navigano tra gli account, seguendoli e, dopo aver ottenuto il “follow back”, smettono di seguirli.

Un po’ mi dava fastidio questo modo di fare ma non avevo tempo per capire chi lo attuasse.
Così mi sono iscritto a Unfollowers.me che ogni giorno mi manda in email quelli che hanno smesso di seguirmi ed io a loro volta li cancello.
E’ già capitato che lo stesso utente iniziasse a seguirmi più di una volta nella speranza di un “follow back”. Che tristezza.
Twitter è uno strumento innovativo e agile di informazione e scambio di contenuti. Come ogni bella invenzione, se ne può fare un uso distorto.

Link: Unfollowers.me

Facebook: il report del tuo profilo con Wolfram Alpha

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Facebook: il report del tuo profilo con Wolfram Alpha

Facebook: il report del tuo profilo con Wolfram Alpha

Il sofisticato e sorprendente motore computazionale Wolfram Alpha permette di analizzare in profondità la propria attività social su Facebook.
Usarlo è molto semplice. Basta andare sulla home page del motore e inserire la chiave di ricerca “my facebook” (o dire in inglese di analizzare il profilo). Si viene rimandati sul social network dove l’applicazione di Wolfram Alpha chiede le autorizzazioni ad accedere al profilo, ai post, alle foto e alla lista di amici. Ovviamente bisogna concedere le autorizzazioni altrimenti l’analisi non è possibile.
Dopo essere  stati redirezionati sul motore, si crea un account su WA per usufruire in futuro di funzionalità riservate ai registrati.
Aspettando qualche minuto (dipende anche dal livello delle attività social..) si ottiene un report completo che ci permette di capire chi è la persona che commenta di più i nostri post, qual è quella con cui abbiamo più amici in comune, una suddivisione demografica dei nostri amici e tantissime altre info e diagrammi (l’immagine di apertura è una rappresentazione grafica del mio universo relazionale su FB) che ci daranno un quadro chiaro di tutto quello che abbiamo fatto e condiviso su Facebook.
Al momento non è possibile esportare il report.

Link: Wolfram Alpha

Facebook: la ricerca dei consanguinei

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Facebook: la ricerca dei consanguinei

Facebook: la ricerca dei consanguinei

Facebook ha da poco festeggiato il miliardo di iscritti.
Vuoi vedere che in questo settimo di popolazione mondiale non troviamo il cugino figlio dello zio emigrato all’estero?.
Se vogliamo cercare tra le persone con il nostro stesso cognome possiamo usare un trucco semplice semplice senza scomodare la casellina di ricerca.
Basta digitare nella barra degli indirizzo del proprio browser http://www.facebook.com/family/ più il cognome che vogliamo cercare.
Oppure nella home di questo servizio ci sono i milioni di cognomi presenti su Facebook divisi in ordine alfabetico.
Clicca il link qui sotto e buona fortuna.

Link: Cerca persone che hanno il tuo stesso cognome su Facebook

Da grande voglio fare l’influencer. L’importanza per le aziende di un fenomeno che non va ignorato

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Da grande voglio fare l’influencer. L’importanza per le aziende di un fenomeno che non va ignorato

Da grande voglio fare l’influencer. L’importanza per le aziende di un fenomeno che non va ignorato

Solo qualche anno fa per essere definito un influencer era necessario essere un politico, una celebrità o un personaggio pubblico abbastanza noto. La rivoluzione digitale che ci ha travolto, ha però modificato ogni piccolo aspetto della nostra quotidianeità, dotando tutti gli individui del potere di dire la propria ed essere ascoltati semplicemente grazie ad un pc e ad una connessione internet da altre centinaia di migliaia di utenti. Si perchè tutti i personaggi del panorama web che oggi vengono ricoperti del titolo solenne di influencer hanno cominciato così, di tweet in tweet.

Ma come si potrebbe definire esattamente un influencer? L’Influencer è un esperto in un campo particolare, sempre aggiornato su trend e prospettive e quindi capace di influenzare decisioni all’interno della community che lo segue; un influencer può essere un giornalista freelance, un mago della comunicazione, un esperto dell’IT, una fashion addict e via dicendo. Gli influencers parlano solo di ciò che amano e di quello che li appassiona, e sono in parole povere i padroni dei social media. Sono loro che fin da subito hanno colto l’importanza di twitter e hanno capito come un solo tweet potesse fare la differenza, come ha dimostrato il caso Groupalia, alla quale un tweet un pò sconsiderato sul terremoto in Emilia è costato una vera e propria lapidazione sui social media. I social media sono strumenti incredibilmente potenti a causa della loro immediata viralità e l’influencer trova le ragioni della sua autorevolezza nella capacità di controllarli.

A questo proposito è nata una vera e propria nuova branca di Marketing, ossia il cosìddetto Influencer Marketing cioè il marketing dedicato allo stabilire relazioni con le persone in grado di influenzare in maniera significativa il popolo del web. Insomma per metterla su un piano più pratico, un retweet di un influencer ai suoi 30 mila followers è spesso molto più importante di qualsiasi campagna di advertising che può raggiungere le stesse 30 mila persone e la ragione è semplice: i followers sono legati all’influencer da un rapporto di fiducia, mentre la pura pubblicità non ha nessun appeal di questo tipo sul consumatore. Anche in Italia sono moltissime le aziende che hanno capito quello che sta succedendo e poco a poco le più coraggiose si aprono ai social media, riscontrando successi o facendo un bel buco nell’acqua. Tanto per citarne uno, il recentissimo evento #MeetFs organizzato da Trenitalia circa un mese fa, è ancora oggetto di animata discussione tra coloro che senza pietà ne hanno approfittato per riversare tutta la loro insoddisfazione nei confronti dei servizi offerti dall’azienda, e coloro che riconoscono alla compagnia il coraggio per essersi aperta forse un po’ ingenuamente alle feroci critiche dei suoi clienti influenti.

D’altro canto come già detto, riuscire a far parlare bene un influencer del nostro servizio può ripagare davvero bene. Ma cosa può fare un influencer per un’azienda? Ci sono molti modi in cui un influencer può far valere la proprio influenza a favore delle aziende, a cominciare dallo scrivere un post su di loro, condividere informazioni al loro proposito sui social media, accettare un guest post sul loro blog e infine premiare con un like o un +1 il contenuto da voi condiviso il che avrà degli effetti minori rispetto ai precedenti, ma non va comunque trascurato.

La parte più difficile poi è conquistarli questi influencer, si perchè loro non saranno mai testimonials, e l’unico modo per beneficiare di una fetta della loro social power è riuscire a coinvolgerli convincendoli della genuina validità del nostro prodotto o servizio, se non altro perchè la scarsa serietà della sua comunicazione alla sua community si rivelerebbe estremamente controproduttiva.

Giovanna Avino web writer freelance della piattaforma online per freelance twago

Riconoscimento facciale di Facebook e privacy

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Riconoscimento facciale di Facebook e privacy

Riconoscimento facciale di Facebook e privacy

Facebook ha recentemente acquistato Face.com società specializzata nello sviluppo di un software che riconosce i visi delle persone all’interno delle foto e li associa a degli account.
L’obiettivo è palese, creare un sistema automatizzato che riconosca e tagghi le persone all’interno delle milioni di foto pubblicate ogni giorno su Facebook.
Ma se non ci andasse di essere taggati? Il tag equivale ad una notifica ad un pubblico più o meno vasto tra amici e conoscenti.

Quando si apre un account su Facebook le impostazioni sulla privacy di base sono molto permissive, quindi, se non vogliamo che siano inviate notifiche riguardo la nostra presenza in foto, dobbiamo espressamente dirlo.

  • Andiamo nelle impostazioni sulla privacy
  • Nella sezione “Diario e aggiunta di tag” clicchiamo su “Modifica impostazioni”
  • Nella sezione “Chi può vedere i suggerimenti dei tag quando vengono caricate foto che ti somigliano?” scegliamo “Nessuno”

In questo modo, nel momento in cui Facebook integrerà la tecnologia di Face.com, non saremo taggati.

[via ReadWriteWeb]