La maggior parte degli abbonamenti a servizi come SKY, Mediaset, Vodafone e altri, necessita di raccomandate A/R per la disdetta.
Fare la raccomandata alle Poste “tradizionali” significa perdere tempo tra file e possibili disguidi.
Se si è disposti a pagare qualcosa in più ma vedere il tracciamento della raccomandata e avere certezza della consegna consiglio l’ottimo servizio offerto da LetteraSenzaBusta.com.
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Problema Alice Mobile e chiavetta Huawei E1692
L’altro giorno volevo installare la chiavetta Huawei E1692 fornita da Alice Mobile sul portatile di mio padre.
Immaginavo fosse una cosa semplice e che non avesse bisogno di particolari configurazioni.
Invece, al termine dell’installazione automatica, la connessione effettuata col dispositivo cadeva dopo pochi secondi.
Non c’era nessuna indicazione particolare nel libretto delle istruzioni.
Notavo solo che si era creata un’altra LAN presente tra le icone in basso a destra.
Dopo molti tentativi e molte misteriose cadute di portante ho trovato un post su Yahoo! Answers che suggerisce questa configurazione
- apri il programma di alice->strumenti->opzioni->gestione profili
- su apn imposta “statico” poi vai sotto su “avanzate” e controlla
- ip->dinamico
- impostazioni protocollo di autenticazione “pap”
- impostazioni DNS “dinamico”
- impostazioni WINS “dinamico se è corretto dai ok
- torna su opzioni “rete”
- tipo di connessione “ras” (modem)
L’ultimo settaggio, in particolare, è stata decisivo per il buon funzionamento del dispositivo.
PS: L’internet Pack di TIM a 99 euro con Huawei E1692 è praticamente impossibile da trovare se non a 119 euro. Vi risulta?
Link: Yahoo!Answers
Concorso TIM “4 500 al giorno”: pubblicità ingannevole?
Faccio mio l’appello di Cittadinanzattiva che mette in guardia tutti i consumatori sul nuovo concorso TIM “4 500 al giorno”
Ingannevole e poco trasparente. Con queste motivazioni, Cittadinanzattiva ha inoltrato in data odierna un esposto denuncia all’Autorità garante della concorrenza e del mercato affinché sospenda lo spot televisivo diffuso da Tim “Concorso Tim 4 500 al giorno”, in onda in questi giorni, oltre che presente sul sito internet della società. Da quel che si evince dallo spot, per partecipare al concorso che mette in palio le automobili basterebbe chiamare o inviare un sms/mms del costo di 1,20€. In realtà, così facendo si acquista un contenuto digitale (suonerie, sfondi animati) da poter scaricare sul cellulare. A ciò, segue un nuovo messaggio da parte di Tim che invita l’utente a rispondere ad un quiz di molte domande, e per ogni risposta si paga 1,20€.
Dai riscontri effettuati da Cittadinanzattiva, chi risponde a tutte le domande del quiz spende circa 40€. Evidenti gli elementi di ingannevolezza e scarsa trasparente: la partecipazione al concorso non è subordinata alla semplice telefonata o all’invio di sms/mms, ma all’acquisto di un contenuto digitale e al successivo quiz, del quale non vi è alcuna informazione nello spot televisivo. Analogamente, i messaggi presenti sul sito www.tim.it non evidenziano immediatamente il costo degli sms e il regolamento illustra solo la parte dei contenuti digitali: non vi è alcuna spiegazione sui costi aggiuntivi e sul quiz. Come se non bastasse, pur di continuare a far spendere soldi, in alcuni casi la Tim ha anticipato il traffico telefonico all’utente che lo aveva terminato, scalandolo poi dalla scheda ricaricabile acquistata in seguito. Durante il quiz l’utente non ha ricevuto l’informazione di aver terminato il traffico, ma è stato indotto a continuare ad inviare sms.
“Simili episodi” commenta Giustino Trincia, responsabile delle politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva, “indicano come l’attenzione generale deve concentrarsi anche nei confronti di quei messaggi pubblicitari particolarmente aggressivi e fuorvianti, al fine di promuoverne un boicottaggio mirato e una rapida rimozione. Anche attraverso denunce all’Antitrust è infatti possibile contrastare l’aumento del costo della vita che colpisce da troppo tempo i cittadini, e per il quale domani si terrà una manifestazione a carattere nazionale”. Cittadinanzattiva invita i cittadini a segnalare a Pit Servizi (tel: 0636718555; fax: 0636718333; mail: pit.servizi@cittadinanzattiva.it ) messaggi pubblicitari poco trasparenti se non addirittura ritenuti ingannevoli, e attende un pronunciamento da parte dell’Antitrust e dell’Agcom, cui l’esposto denuncia è stato inviato per conoscenza.
Link: Cittadinanzattiva
Da Fecebook a Indovina Vip. Pubblicità ingannevole
Anche io ho un account su Facebook. Lo uso poco perchè nonostante il grande successo e diffusione lo trovo un social network lacunoso e confusionario.
Oggi un amico mi ha aggiunto al suo network ed allora, per forza, ho dovuto accedere al mio account.
In basso a sinistra trovo un box molto invitante (figura sotto)
A dire il vero mi è sembrato un trick che qualche altro utente segnalava alla community.
Ci clicco su ed arrivo in una pagina pubblicitaria dove le cose stanno diversamente.
In alto trovo questo banner
Ma come? E il trucco? Adesso devo ‘vincere’ i 50 euro?
Al centro un bel form in evidenza dove inserire il proprio numero di cellulare (scommettiamo che saranno in molti a inserire il numero senza leggere le altre cose a contorno?)
Poi, più giù, c’è quest’altro ancora più significativo
Ah quindi mi devo ‘abbonare’ e posso vincere 50 euro.
E quanto costa questo abbonamento che mi potrebbe far vincere 50 euro?
In caratteri piccoli, in fondo alla pagina trovo (immagine in dimensioni reali)
Lo riscrivo: SERVIZIO IN ABBONAMENTO. Il costo del servizio 2 Euro/SMS (max 4 Euro/sett) + eventuale traffico WAP
Quindi dal semplice trucchetto ‘sconosciuto’ per avere 50 euro si è arrivati ad un abbonamento che costa, bene che vada, 4 euro alla settimana.
Un social network mondiale come Facebook forse potrebbe permettersi di rifiutare pubblicità ingannevoli come questa.
Per chi ha già sottoscritto senza rendersene conto, ecco come disattivare: STOP al 48209
Provider: l’incubo tra 3, Vodafone, Telecom, TIM, BT ecc. (parte quinta)
Penso che questa serie di post potrebbe diventare una telenovela, una telenovela IT. Ogni volta sembra l’ultima puntata ma poi esce il cattivo di turno che ti fa ricominciare tutto daccapo.
Il corriere Bartolini è quello incaricato da Vodafone di consegnare il suo materiale. Per evitare altri contrattempi faccio presente all’agente commerciale di dare a tale corriere il mio numero di cellulare per qualsiasi evenienza.
Piccolo (consueto) intoppo: da Vodafone hanno terminato i famosi Internet Box e bisogna aspettarne il riapproviggionamento.
Passa un’altra settimana senza che niente si muova.
Poi, un bel giorno, il commerciale dice che il pacco dovrebbe essere partito e mi dà il numero di lettera di vettura ma, sul sito di Bartolini, questo codice non si può inserire da nessuna parte (solo numeri di spedizione o numeri cliente). Quindi non posso vedere il tracking.
Provo a telefonare alla sede della Bartolini che dovrebbe gestire la mia consegna. Sono le 17 e 10 di un normale giorno feriale e non risponde nessuno.
Mi dico che saranno molto precisi e quindi alle 17 staccheranno.
Riprovo il giorno dopo alle 10, alle 12 e alle 14. Niente. Non risponde mai nessuno.
Pensando all’eventualità che siano tutti sordi, faccio un tentativo furbo ma disperato: mando una email spiegando il “contrattempo” e lasciando il mio numero di cellulare.
Il giorno dopo mi richiamano dalla Bartolini dicendo che il primo tentativo di consegna era andato a vuoto perchè il corriere non aveva trovato l’indirizzo (E il mio cellulare? Quello che ho dato a cani e porci per evitare inutili perdite di tempo? “Non so che dirle”).
Concordiamo che l’indomani pomeriggio io resterò in casa, all’erta e attento come un predatore della savana, pronto a intercettare qualsiasi camion rosso per le consegne.
Non ce n’è bisogno, il corriere mi telefona quando è ancora in tangenziale. Mi chiede di uscire di casa e di aspettarlo.
Lo scambio avviene per strada come uno spacciatore col suo cliente (Ah! La comodità del corriere).
Gli dico: “Guardi che l’indirizzo di consegna è poco più avanti”
Lui rispondo: “Ah sì, si, lo conosco benissimo”
Sono quasi emozionato nello scartare e installare il benedetto Internet Box. Dopo tutto neanche i bambini a Natale aspettano più di due mesi per i regali.
Appena installato, faccio partire la connessione e vedo con un sentimento che si avvicina alla pura gioia la scrittina in basso a destra che dice: “Collegato a 7.2 Mbps”.
Lo so che mente, è solo l’inidicazione della velocità massima teorica, ma fa un bell’effetto comunque.
La velocità è buona per cui, scarico email, visito pagine, faccio ftp…. e poi. Poi si pianta!
Con desolazione vedo la scritta “Pagina non trovata” per siti come Google, Alexa e Vodafone stessa.
Sposto l’Internet Box, lo metto più vicino alla finestra, lo metto fuori della finestra, lo disinstallo e lo reinstallo.
Niente da fare. Il funzionamento è a singhiozzo. 15 minuti collegato per bene e un’ora che non prende niente.
Chiamo il 190 (assistenza Vodafone) e scopro che è il 42323 il numero per l’utenza business.
Faccio presente il problema ma le prime domande che mi fanno sono già di quel tipo che ispirano violenza
“Ma che tipo di siti cerca di vedere?” (ma se anche fossero siti porno, ma a te che….)
“Che le dice il computer?” (non parla ma se potesse….)
“Ma c’è il segnale?” (no guarda sono chiuso in un bunker sotterraneo e prima ho immaginato di navigare)
Dopo molte telefonate al 42323 scopro che la segnalazione di disservizi sulla rete Vodafone di Napoli è del 22 novembre e che ci stanno lavorando. Ad oggi, 2 dicembre, i disservizi continuano.
E per finire in bellezza due telefonate ricevute.
Una della TIM del tipo: “Ma perchè ci vuole lasciare? Mi rendo conto che non l’abbiamo mai contattata prima della sua richiesta di passaggio ad altro operatore ma non vuole neanche sentire la nostra controproposta?”.
Io: “NO!”.
Un’altra della Vodafone, una settimana dopo la consegna del modem: ” Ci risulta che il corriere non sia riuscito nella consegna. Mi conferma il suo indirizzo?”.
Io: “Sì!” ed ho chiuso la conversazione.
Che te ne fai del teatro dell’assurdo?
Provider: l’incubo tra 3, Vodafone, Telecom, TIM, BT ecc. (parte seconda)
La famosa consulente di BT citata nella prima parte è anche una rappresentante di 3 Italia.
In un impeto di rinnovamento e insoddisfatto del trattamento di TIM (avete notato che non appena sottoscrivete un contratto in abbonamento ne esce un altro molto più vantaggioso cui non potete aderire?) decido di cambiare operatore mobile e scelgo, quindi, 3 perchè mi fanno buone offerte, mi danno un cellulare superfigo (avrei pagato per il Nokia N95 ma non c’era quindi ripiego sul dignitosissimo E65) in comodato d’uso ed in più mi pagano la tassa di concessione governativa per un anno.
Ovviamente devo aspettare i tempi tecnici.
Il giorno dopo l’agente commerciale con cui avevo contrattato mi dice che il telefono che avevo scelto non è disponibile.
Le cose cambiano abbastanza rispetto alla proposta iniziale, ma la mia voglia di lasciare TIM è tanta e dico alla commerciale di continuare. Loro mi invieranno comunque la scheda 3 e il cellulare bruttino della LG che danno a tutti.
Trascorrono tre settimane senza che succeda alcunchè ma sono troppo preoccupato per la questione ADSL (vedi prima parte) per interessarmene veramente.
Arriva il periodo in cui tutta Italia è in vacanza e quindi mi concedo una settimana anche io in Croazia, ben sapendo che non si sarebbe mosso niente nel frattempo.
In Croazia, tuttavia, mi telefona un’operatrice TIM che leggendo la mia richiesta di passaggio mi fa una controfferta.
Lei mi chiede (testuali parole che credo siano state anche registrate): “Vuole bloccare la sua richiesta di passaggio per UN giorno affinchè possa valutare una nostra controfferta che le invieremo via email?”. Accetto e rimaniamo che il GIORNO DOPO mi avrebbe ricontattato per sapere se ritenevo congrua la controfferta.
Ricevo l’email ma nessuno mi ha più contattato nè quel giorno nè in seguito.
Quando torno a casa non c’è traccia nè della SIM di 3 nè del telefono (il famigerato videofonino).
Siamo a settembre ed anche questa situazione è ridicolmente bloccata.
La commerciale è sparita e non risponde più alle mie telefonate.
A due mesi da quel primo contatto, immagino che il contratto con 3 sia decaduto o qualcosa del genere, invece con stupore vedo che le domiciliazioni sia di 3 che di BT sono già state attivate sul mio conto e pronte per succhiare immeritati quattrini.
Le faccio revocare d’urgenza.
Sono a inizio settembre e sono al punto di partenza. L’unica (l’unica rimasta) soluzione è contattare un altro grande operatore sperando che risolva i miei problemi di telefonia fissa, mobile e connessione a internet.
Chiedo la visita di un consulente commerciale Vodafone.
Nel frattempo mi arrivano le fatture di 3 Italia.
Con la calma zen che (per fortuna) mi contraddistingue chiamo il call center di 3 Business dove (per fortuna) una gentile addetta mi dice che SIM e telefono non mi sono stati consegnati perchè il corriere non ha trovato l’abitazione e che, non avendoli ricevuti, posso inviare un fax in cui disdico il contratto senza (per fortuna) pagare alcunchè. Emetteranno loro poi una nota di credito.
E’ bello sapere di vivere in un paese dove se ti spediscono qualcosa di utile non ti trovano ma se ti spedisono un avviso di pagamento ti trovano e come!
Provider: l’incubo tra 3, Vodafone, Telecom, TIM, BT ecc. (parte prima)
Ammetto che sto scrivendo questo articolo da prima dell’ultima estate. Ad ogni puntata di questa mia avventura ho aggiunto un paragrafo.
Mi sono reso conto, però, di aver scritto abbastanza per un libro e non per un blog.
Volendo condividere con altri la mia esperienza mi è sembrato opportuno suddividere il racconto in tre parti.
La prima riguarda un allaccio di una nuova utenza di telefonia fissa/adsl.
La seconda parte è la mia odissea per il cambio di operatore di telefonia mobile.
L’ultima è l’unione delle storie che porta poi all’apoteosi finale. Capirete in seguito perchè.
In primavera 2007 acquisto una nuova casa e da Napoli città mi trasferisco in provincia. La casa è abbastanza grande da ricavarci uno studio per quei periodi in cui il mio lavoro non mi porta in trasferta.
Ovviamente la prima cosa di cui mi informo prima dell’acquisto è della copertura ADSL.
La mia intenzione sarebbe quella di fare solo una linea dati e poi usare il VOIP per le telefonate.
Il mio primo tentativo è con un operatore alternativo a Telecom: SìADSL. Nelle loro informazioni commerciali affermano che è possibile avere il servizio in ogni caso perchè “portano il cavo qualora non ci siano altre soluzioni” (ancora oggi se immetto il numero di telefono di un mio vicino, il servizio risulta attivabile).
Per sicurezza controllo sul sito di Alice se la zona è coperta da Telecom (immetto il numero di telefono di un’attività vicina). La zona è raggiunta anche dal servizio di Alice.
Tutti sappiamo che le infrastrutture sono di Telecom quindi penso di essere in una botte di ferro.
Disdico a malincuore Tiscali perchè dopo tutto il sangue buttato per risolvere i problemi (adsl e voce) adesso funzionava ma, purtroppo, l’operatore sardo non copre la zona.
Onestà apprezzabile.
I tecnici di SìADSL vengono a fare il sopralluogo un mesetto dopo la richiesta e proprio in un giorno in cui io sono fuori per lavoro.
Chiedo a mio padre la cortesia di accoglierli. Al termine del sopralluogo dicono che non è possibile allacciare la linea, non spiegandone il motivo (e il cavo che portavano? Mah?!).
Sono abbastanza sconcertato ma non mi perdo d’animo, in queste cose bisogna anche essere fortunati e può essere capitata una squadra di tecnici poco abili.
Il tempo inizia a stringere, però, e il trasloco diventa imminente.
Faccio richiesta dal sito di Telecom (187.it) di una linea fissa tradizionale e di una linea adsl Alice.
Passano una decina di giorni in cui non succede assolutamente niente. Nessuno che mi contatti per fissare un appuntamento o per dirmi a che punto è la pratica. Solo degli sms che mi dicono che mi è stato assegnato un numero (ma dalla numerazione risulta evidente che non hanno capito la zona per cui ho fatto la richiesta).
Mancano due settimane al trasloco e per me stare anche una settimana senza ADSL è un danno notevole.
Preso dal panico chiamo un collega che lavora e abita abbastanza vicino al mio futuro domicilio/ufficio. Caso ‘fortuito’ vuole che, proprio in quell’istante, davanti a lui fosse seduta una consulente di British Telecom (ex Albacom) che sta cercando di acquisire clienti business.
Lui sta sottoscrivendo un contratto e me la passa in modo che io le spieghi la mia situazione.
In tempo reale, dando il numero di telefono del vicino, la consulente mi dà il 90% di possibilità che si possa avere ADSL e VOIP.
Ci incontriamo in un bar (ormai sto traslocando e non è più possibile ricerverla nel mio ufficio) e firmo un contratto di fornitura con BT.
Sono preoccupato per i tempi ormai risicatissimi. La consulente sorride dicendo “le nuove attivazioni sono anche più rapide dei trasferimenti”.
Tra le altre cose lei è anche promotrice di 3 (ma questo starà nella seconda parte del racconto).
Passano una, due, tre settimane.
La chiamo più volte.
“Ci sono dei problemi con l’attivazione”
“Siamo a luglio e siamo intasati di richieste”
“Siamo ad agosto e siamo sotto le ferie”
“Siamo in ferie”
“Ho il terminale rotto”
“Sto sollecitando”
Un giorno di inizio settembre mi chiama un tizio da Milano che fissa gli appuntamenti per i tecnici BT. Con le lacrime agli occhi sento dalla sua voce che manca solo una settimana al fatidico intervento.
Penso che forse non tutto è perduto.
Arriva il giorno della visita dei tecnici che fanno giri per la casa e poi per l’ufficio e poi per il viale del parco e poi per la strada e poi non li vedo più.
Tornano dopo qualche ora dicendo che non c’è niente da fare. NON E’ POSSIBILE avere una linea ADSL. Tutta la zona si poggia su una centralina che è di ‘fortuna’.
E il 90% di possibilità come era uscito? Dal cestino della tombola?
E il fatto che un’attività commerciale ad un centinaio di metri possa avere qualsiasi tipo di connessione?
La beffa: siamo quasi alla fine di settembre quando Telecom si ricorda di me e mi manda un tecnico (in solo una decina di giorni) che mi dice più o meno le stesse cose dei tecnici BT. Mi ricontatteranno almeno altre cinque volte da Telecom o da chi per essi, per dirmi se voglio fissare un ulteriore appuntamento ma qui dovremmo parlare della pessima organizzazione che c’è all’interno di Telecom Italia e non mi va.
Insomma niente ADSL, bisogna cercare e trovare alternative.
E qui la storia confluisce nelle mie peripezie con gli operatori mobili che leggerete nella seconda parte.
PS. Per tutto questo periodo in cui non ho avuto l’adsl ho sfruttato le offerte per privati di TIM. Offerte, manco a dirlo, care, limitanti e poco performanti.