Firma la petizione per il Wi-Max libero
Riteniamo che lo sviluppo delle reti Wi-Max o di altre tecnologie che consentano la diffusione e l’accesso alla rete internet via radio, sia di fondamentale importanza per il progresso democratico, civile ed economico del Paese.
Il Wi-Max in particolare è una tecnologia che potrà permettere l’accesso ad internet ed ai suoi servizi, via radio, con un’infrastruttura abbastanza leggera. Un’unica stazione trasmittente può infatti fornire una velocità di trasmissione di dati condivisi fino a 70 Mbit/s . Si ritiene che questa ampiezza di banda è sufficiente per supportare simultaneamente almeno 40 aziende con connettività di tipo T1 e 70 abitazioni con connettività al livello DSL da 1 Mbit/s (fonte wikipedia).
Presto saranno aperte le aste di assegnazione delle frequenze, necessarie allo sviluppo dell’infrastruttura Wi-Max.
Quest’opportunità pone il serio pericolo che un’innovativa tecnologia sia compromessa dalla creazione di rendite di posizione di stampo medioevale e contrarie all’interesse dei Cittadini, al progresso del Paese e allo sviluppo di una sana concorrenza.
In particolare c’è il rischio che gli attuali operatori telefonici si aggiudichino, in tutto o in parte, le licenze e ricreino l’oligopolio sulle infrastrutture, tipico del loro attuale modello organizzativo.
Le varie telecom sono, però, in aperto conflitto d’interesse con lo sviluppo della nuova tecnologia e con l’interesse dei Cittadini e del Paese.
Basti pensare che una rete Wi-Max ben sviluppata, renderebbe obsoleti i costi di comunicazione cellulare (poiché, nelle aree coperte, basterebbe uno dei tanti programmi informatici cd. VOIP –ossia di trasmissione della voce tramite la Rete, installato sul telefono mobile, per chiamare via internet senza spese).
Il Wi-Max (o un’analoga tecnologia) è essenziale al Paese, perché ridurrebbe ed in breve potrebbe eliminare il cd. digital divide, permetterebbe cioè anche ai residenti non coperti dalla banda larga di accedere pienamente ai servizi internet, con un’effettiva tutela del diritto di espressione del pensiero costituzionalmente garantito (art.21 Cost.), nonché allo sviluppo del commercio telematico.
Il Wi-Max (o un’analoga tecnologia) porterebbe anche sviluppo economico in quanto (se si evitassero le rendite di posizione ed i profitti oligopolistici) le imprese che vendono su internet prodotti o servizi, le comunità virtuali che si sostengono con la pubblicità, i motori di ricerca, le edizioni ed i giornali presenti su internet, ecc. aumenterebbero i loro sani profitti.
Benefici si avrebbero pure nell’esercizio della democrazia, poiché tramite internet si avvicinerebbe la Pubblica Amministrazione ai Cittadini.
I rischi della creazione di rendite di posizione e di oligopoli privati, sono alti anche se si consentisse a soggetti diversi dalle compagnie telefoniche, ma aventi scopo di lucro, di aggiudicarsi le licenze allo scopo di fare profitto sul semplice traffico. I costi di licenza, inoltre, invece che giovare allo Stato, si tradurrebbero in una specie di tassazione privata ed indiretta, scaricata interamente sui consumatori.
Per questi motivi, riteniamo che le future reti Wi-Max dovrebbero essere Pubbliche, oppure anche Private ma comunque senza scopo di lucro (fermi restando i legittimi profitti per le attività esercitate “sulla rete”) e sottoposte al controllo pubblico mediante Authority. Inoltre riteniamo che le reti dovrebbero essere gestite da consorzi o da Enti Pubblici efficienti, e non dovrebbero essere gravate da costi di licenza delle frequenze.
Si eviterebbe così lo sbaglio che si fece quando si privatizzò anche la rete telefonica fissa, creando di fatto un monopolio privato, lesivo della concorrenza, giacché –almeno fino ad oggi- il gestore affitta la rete ai suoi stessi concorrenti, limitandone la concorrenzialità.
Evitando di mettere all’asta le concessioni per le frequenze, si eviterebbe altresì lo sbaglio che ha inficiato la tecnologia UMTS, che sarebbe stata utilissima, se non fosse stata venduta a caro prezzo alle telecom, che continuano a scaricare i costi sugli utilizzatori, ma non hanno potuto e voluto investirvi altri soldi.
La rete Wi-Max (o di analoghe tecnologie), se i costi di licenza per le frequenze verranno eliminati in virtù della sua Pubblica Utilità, sarebbe relativamente poco costosa, flessibile e duttile.
La sua gestione potrebbe essere finanziata in vari modi, ciascuno dei quali non esclude gli altri: dagli Enti Pubblici territoriali, a fiscalità generale, con un canone da parte dei privati utilizzatori. Essa potrebbe essere finanziata anche da imprese che hanno interesse alla diffusione della rete e del commercio che su di essa si svilupperebbe (motori di ricerca, società di e-commerce, comunità virtuali, ecc.), nonché da sottoscrizioni di privati cittadini, interessati al libero scambio delle idee e delle conoscenze.
La previsione di un limitato canone di utilizzo ci sembra razionale ed economica. Gli utenti, infatti, anche se fosse fissato un canone a parziale copertura dei costi, non dovrebbero sobbarcarsi con esso anche gli oneri per ottenere le licenze sulle frequenze ed i “profitti di posizione” dell’aggiudicatario. Ma soltanto concorrere al pagamento dell’infrastruttura e dei suoi costi di gestione (che, in ogni caso, sarebbero comunque scaricati sugli utenti, anche se le somme fossero anticipate dalle imprese aggiudicatrici).
In sostanza l’accesso ad internet via radio, libero e senza oligopoli, rappresenta un’occasione di democrazia, di sviluppo infrastrutturale e di reale progresso economico, tecnologico e culturale per l’Italia.
Ci sembra quindi essenziale che siano tenuti fermi i seguenti punti irrinunciabili:
1) implementare una rete efficiente ed a banda effettivamente larga (almeno 2-4 Mbit/s procapite) per la massima parte della popolazione;
2) evitare conflitti d’interesse e la creazione di rendite di posizione;
3) evitare assolutamente lo scopo di lucro sulla gestione della costituenda infrastruttura (che dovrebbe essere pubblica o sottoposta a controllo pubblico mediante Authority)
4) evitare i costi di assegnazione delle frequenze (scaricabili sui cittadini, come tasse implicite, in aggiunta agli altri costi di impianto e gestione);
Siamo consci del pesante debito che grava sulla finanza pubblica, ma riteniamo che questo non debba essere un ostacolo od un alibi, poiché il tema dello sviluppo è davvero una priorità assoluta, che in futuro non potrà che dare ottimi frutti. Inoltre se si considera che l’economia Italiana è oggettivamente frenata da oligopoli, spesso collusivi, appare davvero prioritario invertire la tendenza, piuttosto che rafforzarla.
Auspichiamo scelte politiche davvero lungimiranti, tempestive e coraggiose, in linea con quanto sin qui osservato.
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